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By: Laura Miraglia | EURACTIV Italia
La candidata presidente della Toscana, Susanna Ceccardi, assiste all'evento elettorale del segretario della Lega Matteo Salvini a Orbetello, Toscana, Italia, 27 agosto 2020. [EPA-EFE/ALESSANDRO DI MEO]
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Il tema dei tirocini nelle istituzioni europee per chi è affetto da disabilità è un argomento controverso. A dimostrarlo è la storia di Michela Monaco, ventottenne che soffre di una malattia neurodegenerativa rara e per questo è in carrozzina da circa quattro anni. Avrebbe dovuto intraprendere questo mese una nuova esperienza lavorativa presso il Parlamento Europeo, al fianco di Susanna Ceccardi, europarlamentare per la Lega dal 2019. Ma la realtà si è rivelata non conforme alle sue aspettative. Michela lo ha raccontato a Euractiv Italia, che ha anche intervistato Ceccardi e rivolto delle domande al Parlamento europeo.
Michela, già consigliere comunale di Firenze e laureata in giurisprudenza in diritto amministrativo, a metà settembre ha scritto un post sul gruppo Facebook ‘Italiani a Bruxelles’ per raccontare a tutti cosa le stesse accadendo e per cercare aiuto e sostegno: “Dovrei venire a metà ottobre per fare un tirocinio di un mese e mezzo al Parlamento europeo. Nonostante le istituzioni abbiano una pagina dedicata proprio all’aiuto dei tirocinanti con disabilità, non è assolutamente così”.
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“Sto mandando e-mail da più di una settimana. Il parlamento mi rimanda a indirizzi della Commissione, che – scrive – a sua volta mi rimanda ad associazioni di persone disabili. Nessuno sa dove io possa alloggiare. Ho scritto a degli alberghi che però non propongono prezzi inferiori ai 4000 euro. Non voglio rinunciare a quest’opportunità”.
Quando parla di ‘pagina dedicata’, la ventottenne fa riferimento alla Guida di Bruxelles che intende facilitare il trasferimento nella capitale del personale e dei tirocinanti con disabilità, fornendo suggerimenti e aiuti riguardo l’alloggio, i trasporti e il tempo libero. Almeno, così dovrebbe essere.
Questo è ciò che c’è scritto nell’introduzione della guida: “L’Unione europea ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e le sue istituzioni ne fanno propri gli obiettivi. Questa guida è un piccolo ma significativo passo verso la realizzazione della piena partecipazione delle persone con disabilità nelle nostre società, poiché la diversità e l’inclusione appartengono ai nostri valori fondamentali”.
“La guida vuole aiutarvi nel vostro nuovo inizio e renderlo il più agevole possibile. Vogliamo farlo – si legge continuando – fornendovi indicazioni che vi consentano di fare le migliori scelte possibili in termini di alloggio, trasporti e attività ricreative. Il vostro successo è il nostro successo!”.
Per quanto riguarda i servizi dei quali si occupa il Parlamento Europeo, a fornire maggiori informazioni a Euractiv Italia è un’addetta stampa: “L’inclusione delle persone con disabilità è una nostra priorità. La diversità e la non discriminazione sono valori fondamentali del Parlamento, che si applicano specificamente all’articolo 1 (lettera d) dello Statuto del personale. Tale articolo stabilisce che è vietata qualsiasi discriminazione basata su […] sesso, razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età o orientamento sessuale”.
“Quando si candidano per un tirocinio Schuman – aggiunge – le persone con disabilità hanno la possibilità di partecipare a un programma aggiuntivo: il programma di azioni positive per tirocinanti con disabilità. Questo progetto è stato attuato nelle ultime cinque campagne di assunzione. Dal 2019, il Parlamento europeo ha accolto 76 tirocinanti con disabilità”.
L’addetta stampa spiega a Euractiv Italia che, tutti i tirocinanti del Parlamento con disabilità, compresi i deputati, hanno diritto a una politica di ‘accomodamento ragionevole’ sul posto di lavoro, che prevede una serie di misure personalizzate, caso per caso, che, ad esempio, possono garantire un assistente personale 24 ore su 24 o un’attrezzatura tecnologica adattata.
“Il servizio competente del Parlamento per la concessione di soluzioni ragionevoli ai tirocinanti sul luogo di lavoro è in contatto con il Servizio medico e – continua – con i candidati, al fine di garantire il supporto più adeguato a ciascun individuo, in base alle sue esigenze specifiche”.
“Inoltre – aggiunge – l’Istituto garantisce sempre la massima flessibilità per aiutare i tirocinanti con disabilità a svolgere il loro tirocinio nelle migliori condizioni possibili, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, un regime di telelavoro esteso e altre misure ad hoc su base individuale”.
Queste però, sono tutte parole che non vengono confermate dalle difficoltà che sta attraversando Michela, che non sa ancora se riuscirà a partire o meno: “Tutto mi aspettavo tranne che fosse così difficile” racconta a Euractiv Italia. “Per me questa esperienza è molto importante anche a livello di crescita personale. Mi sembra assurdo che le istituzioni, nonostante queste pagine dedicate all’inclusione, mettano in realtà a disposizione Aparthotel a quasi 3000 euro di affitto, non accessibili economicamente”.
La ventottenne non ha comunque intenzione di arrendersi e rinunciare a quest’opportunità: “Sono una persona combattiva e continuerò a cercare una soluzione”.
La sua storia non è di certo passata inosservata. A parlarne è stata anche Susanna Ceccardi, che ha diffuso un video in cui spiega, in breve, la vicenda e denuncia l’episodio affermando: “Ho scoperto con stupore e rabbia che Michela, che voglio assumere come tirocinante, non ha diritto ad alcun sostegno concreto da parte dell’Ue. Lei è intelligente e preparata, laureata con il massimo dei voti in giurisprudenza, e voglio assumerla con uno stage retribuito di 1.400 euro. Michela però non è in grado di muoversi liberamente come tutti gli altri”.
“Per lavorare a Bruxelles – sottolinea – ha quindi bisogno di un appartamento attrezzato con i maniglioni e gli ascensori. Ero certa che il Parlamento europeo avrebbe supportato me e il mio staff nella ricerca di un alloggio ad un prezzo accessibile o convenzionato. Ho scoperto, invece, dopo che le persone che lavorano con me hanno consultato la pagina dedicata ai lavoratori con disabilità, e dopo varie richieste via e-mail, che il Parlamento fornisce esclusivamente assistenza nella ricerca di strutture dedicate, ma nient’altro di concreto”.
Per Euractiv Italia, Ceccardi dichiara che: “Penso che qualsiasi istituzione, compresa quella europea, abbia il dovere di garantire parità, accesso e condizioni di lavoro adeguate per tutti i lavoratori. A maggior ragione quando si parla di disabilità. A mia memoria non ricordo in precedenza casi simili a quello di Michela al Parlamento europeo, e mi auguro ci si impegni affinché non debba accadere più”.
“La lista di appartamenti messi a disposizione per i tirocinanti con disabilità in realtà non esiste – spiega – malgrado sia citata nella guida pubblicata dalle istituzioni europee. Lo abbiamo scoperto perché, all’atto di aiutare Michela nel contattare il servizio dedicato, siamo stati indirizzati verso un volontario che ci ha confermato che tale lista non c’è mai stata. Il volontario ha anche tentato di trovarci un appartamento adeguato, ma senza successo, purtroppo”.
L’eurodeputata ha deciso di inviare una lettera alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, il 21 settembre scorso, nella speranza di poter risolvere tali problematiche, ma “al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta” racconta.
“Dopo il nostro intervento, Michela lavorerà con noi per un traineeship di 6 settimane e – continua – dopo la nostra insistenza, avrà una maggiorazione del 50% rispetto alla normale quota prevista per i trainee. L’importo complessivo è comunque insufficiente a coprire tutte le spese di una persona disabile, che sono molto superiori rispetto a chi non ha difficoltà motorie. Il lavoro da fare è ancora tanto per consentire pari accesso e pari condizioni”.
Ceccardi non solo ha denunciato la situazione ma ha anche dichiarato a Euractiv Italia quali sono, a suo avviso, le carenze nella guida: “Mancano le opportune indicazioni per reperire un alloggio accessibile a prezzi adeguati all’eventuale compenso. E poi, un ufficio dedicato che chiarisca bene l’iter da seguire”.
“Inoltre – aggiunge – sicuramente dovrebbe cambiare l’attenzione alle reali esigenze delle persone disabili. Michela si è imbattuta in questo problema, ma altri potrebbero avere l’opportunità di fare un tirocinio e doverci rinunciare a causa di carenze probabilmente dovute alla scarsa sensibilità di qualcuno nei confronti del mondo della disabilità. Bisogna iniziare a pensare in un’ottica diversa. Belle parole come ‘inclusività’ ed ‘uguaglianza’, devono divenire fatti”.
“Mi auguro vivamente che – conclude l’europarlamentare – ci possano essere cambiamenti nel breve periodo, e spero che la mia denuncia possa far sì che, anche le persone disabili, possano avere maggiore considerazione e un trattamento paritario. Trovo assurdo che nessuno abbia pensato prima a risolvere questo tipo di problematica. Inutile parlare di inclusione, se poi nei fatti si dimostra il contrario. La parola uguaglianza, così, resta soltanto pura demagogia”.
A Euractiv Italia, Michela racconta che, solo dopo che l’eurodeputata ha inviato la lettera alla Presidente Metsola, gli uffici dei tirocinanti a Bruxelles hanno risposto alle sue continue richieste di aiuto e chiarimenti: “In virtù dei principi che hanno adottato le istituzioni europee, e dei quali io parlo anche nella tesi che ho portato all’università e che ho rivendicato con forza, i tirocinanti con disabilità devono essere aiutati a livello concreto”.
“Anche se mi hanno offerto adesso dei tirocini Schuman per aggiungere il 50% in più allo stipendio iniziale dei 1.400 euro al mese, io ho ancora difficoltà a trovare un alloggio che sia idoneo alle mie circostanze. Me ne hanno proposto uno – aggiunge – che non ha nemmeno una doccia ma solo una vasca; come dovrei fare io senza doccia e maniglioni ad andare in bagno? Poi c’è questa strana concezione che le persone disabili siano ricche, ma non è così”.
Il 7 settembre, la presidente Metsola ha pubblicato un post su Facebook nel quale ha scritto: “L’Europa è per l’uguaglianza. Il Parlamento europeo è orgoglioso di guidare la lotta alla discriminazione e di portare avanti un’Europa dove tutti hanno le stesse possibilità. Le persone con disabilità fanno parte di questa lotta e affrontano ancora l’esclusione oltre che ostacoli e barriere. Oggi il Parlamento europeo ha rinnovato il suo impegno con una delle organizzazioni più attive in Spagna, l’Once, al lavoro per sostenere le persone con disabilità, in particolare non vedenti o con problemi visivi”.
Metsola ha pubblicato il post con allegato una foto che la ritrae al fianco di una ragazza in sedia rotelle e concludendo con queste parole: “Arriveremo a un’Europa dove nessuno viene lasciato indietro”. Ma alle nostre domande inviate via mail, la presidente non ha mai risposto.
Post Facebook di Roberta Metsola
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