La cremagliera Principe Granarolo è temporaneamente ferma per un problema tecnico dal 15 gennaio. È stato attivato il servizio bus sostitutivo G1. Era successo già qualche giorno fa, un paio di giorni dopo l’entrata in servizio (dopo anni e varie vicissitudini del restauro) della vettura storica. L’altra vettura si era fermata sulle rotaie e dopo un paio di giorni l’impianto era stato riaperto. Il servizio era rimasto a lungo chiuso, del tutto o in parte, per l’adeguamento della cremagliera: una chiusura che si era protratta ben oltre il tempo preventivato. Difficile e costoso il ripristino di vetture e “rotaie” perché l’impianto è stato costruito (e inaugurato nel 1901) completamente fuori standard rispetto a qualsiasi altro mezzo di trasporto su rotaia del mondo. I pezzi bisogna farli fare, uno per uno.
La ferrovia a cremagliera collega la zona di Principe con Granarolo. È in servizio dalle 6.00 alle 24.00 nei giorni feriali e al sabato, dalle 8.00 alle 21.00 nei festivi. Quando funziona, ovviamente. Sono otto le stazioni che si snodano sul tracciato: dal capolinea inferiore di Principe si raggiungono le fermate di San Rocco, Centurione, Bari, Cambiaso, Chiassaiuola, salita Superiore Granarolo e Bianco. Il servizio sostitutivo effettua un lunghissimo tragitto che fa perdere un mare di tempo a chi lo prende in alternativa.
Le funicolari di Sant’Anna e Zecca-Righi, oltre agli ormai evidenti a tutti problemi tecnici, chiudono prima per via dei problemi di personale. Così informa laconicamente Amt se si va a cercare sul sito (nessun messaggio sul canale Telegram “Genova Alert” è stato inviato e nemmeno alcun comunicato ai giornali e, francamente, non è che gli utenti frequentino compulsivamente il sito Amt per sapere se possono viaggiare oppure no. Purtroppo, per quanto riguarda tutto il trasporto pubblico, treni compresi, viene spesso scelta l’eufemistizzazione dei problemi. Trenitalia, ad esempio, sul sito informa di problemi sulla linea solo quando sono stati risolti. Per quanto riguarda la cremagliera ferma da sabato, nessun messaggio è stato inviato su “Genova Alert” e lo si può leggere solo sul sito. Per essere informati con un sms sulle eventuali sospensioni del servizio ci si può iscrivere scaricando un modulo e inviandolo debitamente compilato ad Amt Genova – Servizio Clienti – via fax al n. 010-5582909 oppure invialo all’indirizzo servizioclienti@amt.genova.it. Insomma, un sistema antiquato e macchinoso, che, tra l’altro, costa all’azienda quando sarebbe sufficiente creare boot whatsapp e un canale Telegram a costo zero. Il leggendario “ufficio complicazioni affari semplici” delle amministrazioni pubbliche deve averci messo lo zampino.
Quella di Sant’Anna è la più antica delle funicolari genovesi (fu inaugurata nel 1891) ed è utilizzata ogni anno da più di un milione di passeggeri. È in servizio tutti i giorni dalle 7.00 alle 00.30, ovviamente, anche in questo caso, quando funziona. La funicolare Sant’Anna collega in 2 minuti la Circonvallazione a monte, in corso Magenta (via Bertani), con il centro cittadino di piazza Portello.
È partita il primo dicembre la sperimentazione per la gratuità del trasporto pubblico locale che riguarderà gli impianti verticali e la metropolitana, «una sperimentazione che vuole proiettare la città di Genova verso una mobilità sempre più sostenibile» avevano detto Amministrazione comunale e Amt.
La sperimentazione – che si concluderà il 31 marzo del 2022 – riguarda gli impianti verticali (ascensori, funicolari e cremagliera) che sono gratuiti tutti i giorni della settimana senza limiti di orario, mentre per la metropolitana la gratuità riguarderà le due fasce orarie di morbida: è gratuita tutti i giorni dalle 10 alle 16 e dalle 20 alle 22.
«La gratuità di alcuni mezzi, infatti, vuole incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico a discapito di quello privato, riducendo così non solo i veicoli in circolazione, ma conseguentemente anche le emissioni di C02» stava scritto sul comunicato di Comune e azienda. Un po’ difficile che i genovesi abbandonino il mezzo privato per quello pubblico a fronte di un’imbarazzante intermittenza del servizio.
Per quanto riguarda il servizio della funicolare Zecca Righi (realizzata in due tronconi separati tra il 1895 ed il 1897) e fu realizzata in due tronchi separati, per cui era previsto il fermo per manutenzioni da oggi, lunedì 17 gennaio, sempre scartabellando il sito si scopre che «continuerà ad essere svolto interamente con la funicolare fino a mezzanotte» perché le attività di manutenzione straordinaria, previste a partire da lunedì 17 gennaio, sono state posticipate. Anche questo non è stato comunicato via Genova Alert. La Zecca-Righi è l’impianto di maggiori dimensioni e collega il centro città alle alture. È in servizio tutti i giorni dalle 6.40 alle 24. Sono sette le stazioni che si snodano sul tracciato: dal capolinea centrale di largo Zecca si raggiungono prima la stazione di Carbonara e a seguire quelle di San Nicolò, Madonnetta, Preve, San Simone e Righi.
Tutti gli impianti furono inaugurati o almeno progettati in quel periodo in cui, a intermittenza, per tre volte fu sindaco Andrea Podestà che cambiò il volto della città (ad esempio sostituendo via XX Settembre a via Giulia). Come gli ascensori di Castelletto, furono ideati per collegare le alture con il centro cittadino quando, progressivamente a partire dall’Ottocento, quando con la rivoluzione urbanistica iniziata su progetto di Carlo Barabino la collina venne individuata come area ideale per il quartiere residenziale borghese, poco distante dal centro e con un’invidiabile apertura panoramica sul centro storico. Purtroppo nel tempo, per gli adeguamenti di legge, furono sostituite le originarie cabine delle funicolari e non sarebbe male, come è stato per gli ascensori, riportarle almeno esteticamente al disegno del tempo. Naturalmente dopo averle fatte funzionare senza intoppi, cosa che al momento non avviene.
Sarebbe interessante capire perché Amt non riesce a farle funzionare con continuità. Prima si era detto che gli impianti erano vecchi e che con la revisione trentennale sarebbe cambiato tutto. Poi c’è stato il fermo per la revisione. Quindi gli impianti hanno ripreso a singhiozzo e di è detto che si trattava di assestamento dopo i lavori. Ma i disservizi continuano da mesi e le scuse appaiono come un goffo tentativo di arrampicarsi sugli specchi per non ammettere che non si è in grado di far funzionare funicolari e cremagliera. Cosa manca? Investimenti? Capacità tecnica? Non lo sappiamo. Fatto sta che il servizio a singhiozzo è, ormai, un disservizio imbarazzante.
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Le foto sono del fotografo genovese Carlo Alberto Alessi.
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