L’economia è flessibile. Sugli scaffali si riducono gli spazi per latte in polvere e omogeneizzati, si allargano quelli riservati a prodotti per la terza età e per la cura degli animali domestici. Non si investe più in letti a castello (diventati introvabili) e camerette, ma in sofisticati letti per lungodegenze e in ascensori
Al mercato rionale, se quel tipo di scarpe non si vende più e la richiesta di angurie va a zero, ebbene quei prodotti spariscono dai banchi di vendita. Nel mercato globale, se non nascono più bambini, ebbene tutta una serie di prodotti e servizi si avvia verso il dimenticatoio o si ridimensiona.
Il calo (dai, diciamola giusta: il crollo) demografico ormai è realtà in molti Paesi occidentali, Italia e Giappone in testa a tutti. Ma pure nei Paesi in via di sviluppo la natalità sta scemando rapidamente: la notizia che entro pochi anni saranno più i cinesi morti di quelli nati nel corso di un anno ha dato il colpo di grazia a diversi settori dell’economia mondiale, perché la Cina era un po’ la culla del mondo. Solo l’Africa dà ancora impulso alla demografia, ma l’Africa – purtroppo – non è mai stata considerata un “mercato interessante”.
Quindi le multinazionali si sono rapidamente adeguate. Sempre meno giocattoli, se mancano gli utilizzatori; sempre meno pannolini e casomai riconversione verso i pannoloni per anziani, ché la richiesta esploderà nel giro di pochi decenni. Vanno in crisi tanti prodotti dedicati, dai dentifrici junior all’abbigliamento 0-12 anni, dalle calzature alle merendine, dal materiale scolastico all’editoria specializzata. Ci sono spiagge storicamente utilizzate dalle famiglie con prole, che modificano il tiro e aprono invece più spazi per gli utenti con cani al seguito…
Ovviamente anche le strutture seguono l’andazzo. Nidi, asili, scuole elementari stanno già soffrendo il calo di iscrizioni; le scuole vengono accorpate o chiuse, soprattutto in certi territori dove i battesimi stanno diventando un ricordo. Negli ultimi due anni il sistema scolastico italiano ha perso 230mila studenti: il trend è in decisa accelerazione.
Negli ospedali ci si adegua, quanto a servizi dedicati alla maternità e alla prima infanzia. E tra le professioni, meglio puntare a diventare geriatra piuttosto che pediatra. L’edilizia pure: le un tempo ambite tre camere da letto sono state decisamente soppiantate dal trilocale con cameretta che casomai fa da studio.
L’economia è flessibile. Sugli scaffali si riducono gli spazi per latte in polvere e omogeneizzati, si allargano quelli riservati a prodotti per la terza età e per la cura degli animali domestici. Non si investe più in letti a castello (diventati introvabili) e camerette, ma in sofisticati letti per lungodegenze e in ascensori. Non si preparano più camere da quattro negli hotel, ma cartelli con su scritto: non accettiamo prenotazioni con minori al seguito. Fanno rumore.
Quindi il problema è sociale. O addirittura psicologico: se i bambini sono gli unici che ci regalano sempre un sorriso, siamo di fronte a tempi cupi.
Attento all’interruttore! Spegni quella luce! Il terrore oggi arriva con il postino che porta le bollette. In poche parole, ecco tutto il senso e l’impotenza di questo momento storico, tanto travagliato.
Il mondo del lavoro, negli orari, spesso nelle mansioni, nell’organizzazione e nei contratti, sembra fermo alla metà del secolo scorso.
“In Italia esiste una condizione di disparità tra uomini e donne nella sfera lavorativa ed economica”. Chiara Volpato (Coordinamento Donne Acli), presenta in anteprima i dati dell’indagine realizzata da Iref-Acli sulla disparità di genere e salariale. Il 14,5% delle donne tra i 30 e i 39 anni si trova in povertà assoluta. Nel 2021 le richieste per il Reddito di cittadinanza sono state per il 57,5% femminili
I dati di Inapp. Sul versante dei lavoratori, è il miglioramento della qualità della vita lavorativa ad essere particolarmente apprezzato. Per l’80% migliora l’organizzazione e la gestione degli impegni privati-familiari, per il 72% favorisce una maggiore autonomia rispetto a metodi, orari, ritmi, e luoghi di lavoro e soprattutto, il risparmio di tempo negli spostamenti (90%)
In Italia ci sono attualmente 525.955 positivi per Covid-19, 17.431 in più rispetto a ieri.
Accolto il ricorso presentato nel 2017 da Confad, in cui si denunciavano il vuoto legislativo, la mancanza di tutele e la violazione di diritti. Il 3 ottobre il pronunciamento del Comitato per i diritti delle persone con disabilità
Il Rapporto di Caritas e Fondazione Migrantes. A fronte dell’aumento generale del numero dei detenuti (+1,4), la presenza straniera è sostanzialmente diminuita (-1%). “Se le pene inflitte denotano una minore pericolosità sociale degli immigrati, gli stessi beneficiano in maniera più blanda delle misure alternative”. Religioni: in aumento i cittadini stranieri musulmani, calano i cristiani (che tuttavia si confermano la maggioranza assoluta)
Il Rapporto di Caritas e Fondazione Migrantes. Al I° trimestre 2022 registrata una crescita del tasso di occupazione dei lavoratori stranieri più significativo rispetto a quello registrato tra gli italiani (+1,5 contro +0,8). Ma sul pian o contrattuale sono più fragili. Povertà: gli stranieri transitati nei Centri Caritas sono stati il 55% dell’utenza (+3%). Istruzione: diminuiscono gli alunni stranieri, aumentano i nati in Italia
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